I SOMMERGIBILI TEDESCHI MOLCH

NONA SERATA del ciclo “LA STORIA SOTTO IL MARE”

Basi segrete di sottomarini, passaggi misteriosi nei sotterranei di Trieste, immensi rifugi antiaerei e fortificazioni costiere: la presenza militare tedesca nella Venezia Giulia dopo l’8 settembre 1943 ha lasciato un’eredità di misteri e di strutture difensive che ancor oggi destano interrogativi.

Diventata capitale della cosiddetta Zona di Operazioni Litorale Adriatico, Trieste era stata concepita dalle autorità germaniche come il possibile bersaglio di un’operazione anfibia angloamericana, sicché il sottosuolo cittadino è stato attraversato da un dedalo di cunicoli e di passaggi blindati ancor oggi noti come Kleine Berlin, la Piccola Berlino. E a Sistiana, a pochi chilometri di distanza dal capoluogo giuliano, la pittoresca baia venne isolata dal resto del territorio carsico e si sparsero le voci più disparate su cosa vi stessero allestendo le truppe di marina tedesche: una base di lancio per le nuovi armi segrete V2? Una postazione di artiglieria da cui dominare l’accesso al golfo? Una base di sottomarini scavata nella scogliera?


ASSOCIAZIONE CULTURALE NOVECENTO

Una spiegazione a questi e altri misteri giunge dalle riprese subacquee e dalle ricerche effettuate a cura dell’Associazione Culturale Novecento (novecentots@libero.it) con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nel DVD “Molch, base segreta”, che sarà proiettato in collaborazione con il Club Alpinistico Triestino lunedì 18 gennaio alle ore 18:30 presso la Kleine Berlin in via Fabio Severo 4/A (davanti alla sede RAI) a Trieste, con ingresso gratuito sino a esaurimento dei posti. Caratterizzano l’appassionante documentario la regia di Lorenzo Lucia (che ha effettuato le esclusive riprese subacquee, in collaborazione con il comando della Guardia di Finanzia di Trieste) e di Arnon Debernardi (realizzatore inoltre degli effetti speciali e della colonna sonora), l’interpretazione di Myriam Cosotti, la voce narrante di Federico Pieri, nonché i testi di Lorenzo Salimbeni, il quale ha interpellato appassionati di storia locale come Maurizio Radacich e Claudio Pristavec.


Molch

I MOLCH

DATI TECNICI
Relitto: sommergibile tascabile tedesco MOLCH (detto anche “salamandra di Adolf“)
Cantiere: FLENDER – LUBECCA (Germania)
Dislocamento: 11 tonnellate
Lunghezza: 10,8metri
Larghezza: 1,82 metri
Propulsione: motore elettrico ad albero singolo tipico dei siluri con una potenza di 13 HP
Velocità max in emersione: 4,3 nodi
Velocità max in immersione: 5 nodi
Autonomia in emersione: 50 miglia a 2,9-4,3 nodi
Autonomia in immersione: 50 miglia a 3,3-5 nodi
Profondità massima: 40 metri (margine di sicurezza del 50%)
Massimo tempo di immersione: 50 ore
Armamento: 2 siluri da 533 mm
Equipaggio: 1 uomo (molto coraggioso)


 

STORIA
Alla fine del 1944 la disfatta della Germania appariva inevitabile ed i tedeschi stavano disperatamente giocando quelle che ritenevano le loro carte migliori e più ingegnose. Sono di questo periodo le temibili V1 e V2 che pur rappresentavano un ingannevole successo.  Gli Alleati ormai erano superiori sia in terra che in aria. Ma anche in mare i tedeschi non se la passavano bene e gli U-Boot erano ormai fortemente penalizzati dalle tecnologie di localizzazione delle forze alleate. In uno scenario disperato ed ormai senza speranza furono create le K-Flottiglie: reparti per attacchi notturni con mini sommergibili  che si riteneva difficile da localizzare e che replicavano le strategie della Decima Mas Italiana. A poppa vi era il posto di guida sormontato da una piccola torretta che aveva due finestre ed era coperta da una cupola in plexiglass che faceva anche da portello di entrata. Sulla torretta era posizionato un periscopio per l’osservazione in immersione. Sotto, erano agganciati a speciali staffe, due siluri.

In combattimento, peraltro, i molch si rivelarono un fallimento totale. I piloti navigavano pressoché alla cieca e spesso usando come riferimento le sole stelle visibili tramite la cupola in plexiglass sulla torretta. Il lancio dei siluri poteva avvenire solo a pelo d’acqua rendendo sostanzialmente vulnerabile il sottomarino proprio nel momento più cruciale. Il Molch poteva viaggiare a due sole velocità e la retromarcia non era prevista. Scomodo da manovrare, il Molch in combattimento risultò un grosso fiasco e fu principalmente utilizzato per addestramento. Già durante i primi test, molti Molch affondarono con il proprio pilota. Il 25 e 26 settembre 1944, 12 Molch vennero impiegati per la prima volta contro le pattuglie alleate al largo di Mentone e Nizza. Fu un disastro! La flotta alleata non subì alcun danno, mentre soltanto due Molch ritornarono solo per essere distrutti successivamente dal bombardamento di Sanremo. L’11 novembre 1944, i Molch rimanenti furono trasferiti a Trieste e dislocati a Sistiana dove i tedeschi costruirono appositamente una base nella  piccola baia sormontata dal romantico sentiero Rilke. La montagna che arriva fino alla spiaggia era un riparo ideale e fu “scavata” per aprire gallerie e sale a custodire i molch. Ancora oggi si vedono i varchi sulla montagna utlizzati per le  mitragliatrici ed i cannoni. Fu costruito anche un largo scivolo per mettere in mare i mezzi subacquei.
Nei primi giorni di maggio del 1945 giunse la notizia della caduta della Germania e la sua resa. A quel punto i marinai tedeschi misero in acqua cinque Molch e a poche centinaia di metri dalla costa li autoaffondarono. Poi, sistemarono tutto l’esplosivo disponibile nella montagna e la fecero esplodere. Una frana di enormi dimensioni, tonnellate di pietre e detriti crollarono per nascondere gli ingressi della base. Tutt’ora, molti appassionati tentano (invano) l’esplorazione delle gallerie della montagna ben consapevoli dei “tesori” che tutt’ora questa può nascondere.
Negli anni Sessanta qualcuno si accorse dei Molch che giacevano sul fondale sabbioso in dieci metri d’acqua e ne fu deciso il recupero:

  • Il primo fu sollevato dal fondo con un pontone e inviato al “Museo della Marina” a La Spezia.
  • Il secondo è attualmente a Trieste nel museo “Diego De Henriquez”.
  • Il terzo è ancora in mare davanti alla baia di Sistiana.
  • Il quarto fu recuperato ed inviato al “Militarhistorisches” a Dresda.
  • Il quinto non si sa dove sia, si dice che sia ancora in mare a Sistiana, un poco più al largo, forse coperto dalla sabbia.

 

collage molch relitto

 

Approfondimenti:
http://www.triestesub.altervista.org/RELITTI/MOLCH/relitto_molch.htm
http://www.centrosubtreviso.it/pagine/ARTICOLI/MOLCH1.htm
http://www.icsm.it/articoli/ri/minisommergibili.html
http://www.one35th.com/submarine/molch_main.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Molch

 

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