RELITTI: CHE FARE?

Relitti che fare

 

RELITTI: CHE FARE?
ARCHEOLOGIA SUBACQUEA DEL MARE ADRIATICO E DEL MARE IONIO

RICERCA, TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI RELITTI.
ATTI DEL CONVEGNO DI GRADO, 4-5 MAGGIO 2010


A cura di Luigi Fozzati, Rita Auriemma Alberti
Maurizio Buora, Massimo Capulli, Elisa Costa, Giacomo Disantarosa, Marco D’Agostino, Gabriele Galletta, Paolo Gull, Ida Koncani Uhač, Vladimir Kovačić, Danilo Leone, Roberto Martin, Stefano Medas, Igor Mihajlović, Igor Miholjek, Gilberto Penzo, Marina Sapelli Ragni, Maria Turchiano, Marko Uhač, Giuliano Volpe, Vesna Zmaić

Fotografie di Giorgio Merighi


Il mar Mediterraneo è attualmente l’area archeologica più grande del mondo anche dal punto di vista subacqueo: 2.500.000 kmq di superficie, dei quali la maggior parte è ancora da indagare.

La successione delle grandi civiltà che su questo mare hanno fondato la loro fortuna ha visto la costruzione di approdi, porti, magazzini, saline, peschiere, cave e insediamenti poi inghiottiti dalle acque. Il grande lago, come lo definì Fernand Braudel, ha visto intrecciarsi storie e tradizioni, religioni ed economie, tradizioni e innovazioni: a questo hanno contribuito le rotte del Mare Nostrum. Straordinario specchio di quanto successe in superficie, è oggi il fondale mediterraneo: migliaia di relitti di ogni epoca giacciono conservati sotto sabbia e fango, in pochi centimetri d’acqua come nelle alte profondità. Il 99% della storia sommersa è ancora da scoprire così come è ancora da ritrovare la maggioranza dei relitti navali. Lo sanno bene i quattro Paesi che occupano il 75% delle coste del mar Mediterraneo: Grecia, Italia, Croazia e Turchia.

I relitti sinora rinvenuti generano domande importanti: scoperte, ricerche, campagne subacquee, recuperi, restauri, conservazione e valorizzazione comportano costi importanti e necessitano di spazi di stoccaggio ed esposizione notevoli. Altri relitti sono invece in attesa sui fondali marini: che fare? Come salvaguardare questo immenso patrimonio in continua crescita, tenendo conto dei diversi casi già noti da portare a termine, come il relitto della Iulia Felix di Grado? Come tutelare sott’acqua i nuovi relitti che vengono scoperti? Quali sono le politiche nazionali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo?

Domande, queste, a cui è stata data una risposta durante il convegno di Grado promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia dal titolo emblematico:

Relitti: che fare? Archeologia subacquea del mare Adriatico e del mare Ionio. Ricerca, tutela e valorizzazione dei relitti (Grado 4–5 maggio 2010).

 

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